Proffumi 'e 'na vota
Le poesie in vernacolo di Ornella Statti, così riunite, rappresentano un universo di meccanismi umani e sociali, d'altri tempi ma a tratti ancora attuali. Sono l'avventura corale di una quotidianità vissuta appena l'altro ieri, fatta di facce amiche, della saggezza di quelle più vecchie e della genuinità di quelle più giovani. Sono uno specchio di riflessione su come eravamo e, di conseguenza, su cosa siamo diventati oggi. Non un mondo fatto dei ricordi nostalgici di un passato aprioristicamente migliore, insomma, ma le specificità di situazioni e di contesti diversi. Vi è poi l'ironia acuta sulle superstizioni, il valore delle tradizioni prima che queste stesse lo diventassero, il racconto della vita e della morte, il tutto filtrato dalle parole e dagli sguardi di persone che hanno per davvero respirato tra i vicoli e le rughe di Gizzeria. Ed è anzi proprio il racconto, quella narrazione ridotta all'osso da una semplicità spiazzante, a farla da padrone e, in ultima analisi, a risultare forse l'aspetto che conta più di ogni altro. Infine, vi è la ricerca di modalità ben precise sulle quali tessere questi racconti senza tempo: il dialetto.
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