E ancora s'apre il giorno
Scorrendo i versi di Antonio Rizzo si ha la sensazione che tra le mani scorra un Rosario profumato di rosa, poi, man mano che le parole penetrano nell'anima, ti assale quella nostalgia poetica appresa nella giovinezza tra aule ed esami. D'improvviso l'autore riesce a mostrarti quel muro delimitato "da cocci aguzzi di bottiglia" in quello che il grande Ungaretti pone nel "meriggiare pallido ed assorto". Dolcezza che si trasforma in parola graffiante… E ti senti partecipe di quei versi, e tu, come onde del mare, ti concedi tra i flutti, ove Nettuno regna.
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