Ora posso addormentarmi
Adesso mi posso addormentare racconta una giornata in un paese del Mezzogiorno d'Italia, durante la quale un nonno fa cogliere al giovane nipote, che lo rinnova nel nome, Vincenzo, nel dialetto locale Viciénzu, la fine di una civiltà, di un mondo, di un borgo, ormai, abitato solo da vecchi. Il viaggio coinvolge nella narrazione tutto il nucleo familiare del ragazzo che scopre le passioni politiche, i desideri, le frustrazioni del nonno che assiste impotente alla sconfitta dei suoi ideali, ma che non si arrende e ha scelto il nipote come depositario di una memoria che non può scomparire. Il nipote, che sembra un comprimario, è invece il seme che il nonno ha accolto dentro di sé e che coltiva affinché niente vada perso di ciò che ha vissuto e di come ha sentito il mondo, la vita la politica. Il viaggio si chiude con un sogno realizzato: l'incontro con Papa Francesco, le cui idee di pace, di carità e le cui preoccupazioni sull'ambiente hanno colpito il vecchio comunista. Questi ritrova nel papa non solo gli ideali di San Francesco, ma quell'insieme di valori cui si è ispirato per tutta la vita, il cui fondamento è l'aspirazione ad una pace vera.
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