Amore e chaos. Raccolta di poesie di un ingegnere
Scrivo, quindi sono. Scrivere è l'unico modo che ho per esprimere le varie forme di Chaos che ho dentro e che di tanto in tanto si accavallano per uscire fuori a ottenere, parafrasando Andy Warhol, i loro personali quindici minuti di gloria. L'effimero battito d'ali di una farfalla che, se da un lato porta dall'ALPHA verso l'OMEGA, dall'altro lato provoca uno tsunami di emozioni vorticanti nel loro aggrovigliarsi di passioni, desideri e mancanza. Il Chaos è di per sé un'antinomia. Il desiderio che si veste di assenza e l'assenza che si veste di aspettativa. Io sono un agente del Chaos; la vita è un pizzico q.b. di Chaos. Tu sei il Chaos e quindi tu sei un pizzico q.b. della mia vita. Il tempo con te non ha mai fine e anzi sembra essere in una stasi perenne di eventi. Tutto il resto scompare in un clima ovattato come in una nevicata di fresco ma in riva al mare con l'andirivieni delle onde che fa da colonna sonora al tuo sorriso. La contrazione delle distanze, poi, è determinata dall'abbraccio che non ci riesce a separare e anzi ci fa stringere sempre più fortemente tant'è che i due corpi sono assimilabili a un'unica anima. Il tutto ovviamente a un ritmo che tende alla velocità della luce, la velocità unisona dei nostri due cuori che battono. TUM-TUM, TU-TUM-TUM, TUM-TU-TUM. Il mistero dei tuoi occhi quando sorridi non può avere nessuna teoria applicata. Soltanto l'estasi nel poterlo sentire, guardare e baciare. Sei il mio respiro e l'unico pensiero sensiente che ho in mente è rubarti via. Scrivo, quindi sono.
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