Train for nowhere
"Profondamente prostrati dal dolore, alcuni abitanti di Sebastopoli si ritrovano una mattina del 1997 alla stazione. Un treno che dovrebbe condurli in Siberia all'estremo oriente parte alle 10,47. Entrano negli scompartimenti, fa freddo, le foglie cadenti e dorate volano per l'aria. Ci sono poche cuccette. Il viaggio si preannuncia molto lungo, sono pochi 50, 60 passeggeri. Il treno parte in orario. Non sospettano che il viaggio li condurrà ancora più lontani, perché il treno non fermerà nelle stazioni. Ogni cuccetta ha due televisioni, una ufficiale dello Stato e dell'altra per loro, dove appaiono immagini insolite. Il treno prenderà una diversa via fino a trascinarli, inconsapevoli, dentro nuove visioni del paesaggio circostante... e di se stessi; ormai cambiati, dal viaggio, che non ha più una meta, nè una destinazione". (Francesco Sandrelli)
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