Rituale. Elogio e devozione di amori sbagliati
Vi siete mai chiesti cosa c'è di rituale nelle nostre vite? Rituale è uno stato d'animo reiterato e continuativo, agognato, perseguitato, inflazionato o non raggiunto. Può nascere dalla moltiplicazione di un evento vissuto, dalla volontà di non perderlo o dimenticarlo. Rituale è l'amore con i suoi codici, ma è anche la negazione dell'amore stesso. Rituale è condivisione, separazione. È la speranza, un meccanismo mentale che si attiva quando emerge una difficoltà o siamo nei guai, una sorta di modus operandi che ci consente di uscire vivi da relazioni disfunzionali. Rituale è ostinarsi a perdonare incondizionatamente, è l'illusione che cancellando i ricordi, riusciremo a proteggere la nostra memoria. Rituale è quell'uomo o quella donna che non abbia ricevuto affetto dalla propria madre e continui a non darne agli altri, a nessuno, in un circolo vizioso destinato a non mutare mai. Ma rituale è il viaggiare, il partire, il tornare. È un'orchestrazione magnifica che risuona di un meccanismo che consola e ci rende felici. Ognuno ha i suoi... rituali: c'è un rituale di vita e uno di morte. La vita, del resto, è già di per sé un rito. Il suo ripetersi quotidiano e costante, dall'alba al tramonto, dal principio alla fine, dal nascere al morire ci aiuta a sopportare la crisi dell'assenza.
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