Piccoli canti. Meravigliosa semplicità

Piccoli canti. Meravigliosa semplicità

La fascinazione dell'Europa per i modi della poesia breve giapponese è qualcosa di relativamente recente, dal momento che è solo a partire dagli anni successivi alla guerra che l'impero nipponico si è aperto all'occidente. Eppure, l'influenza dei tre semplici versi di cui è composto un Haiku, complice probabilmente anche la lezione dell'essenzialità portata avanti dall'ermetismo, è decisamente profonda e incisiva. Quello che troviamo in questa silloge di Klara Bujtor è, se mai ce ne fosse stato bisogno, la conferma di questa grande pervasività del ritmo breve, l'omaggio a una forma metrica e ritmica che pur non appartenendoci, ci affascina e ci invita alla prova. L'autrice pone subito al centro della sua scrittura la semplicità, che diventa la cifra interpretativa di questi versi, versi sciolti che non sempre rispettano la metrica rigida del versificare giapponese, eppure ne mantengono la freschezza e l'immediatezza.
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