Il figlio della terra
Nato come sceneggiatura cinematografica, il romanzo di Daniele Casotti si dispiega tra le pagine in una struttura che - in mancanza di una resa visiva e sonora - solo apparentemente può risultare astratta: questa particolarità però rende il racconto fluido e coinvolgente e il lettore assume totale autonomia nell'immaginarsi la scenografia, con una libertà maggiore - assoluta, quasi - senza l'imposizione di macchinose descrizioni di cui spesso la letteratura moderna fa uso. Come afferma lo stesso autore infatti: «Sperimentale, il romanzo, ma di sicuro interesse nel lasciare la scrittura libera da vincoli culturali. Per le sfide che ci attendono c'è bisogno di nuove informazioni. Qui le troverete...».
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