Viva Sgarbi

Viva Sgarbi

L'arte, nel suo significato più ampio, è l'espressione dell'animo dell'artista. Nel momento in cui smette di essere espressione pura e assoluta dell'animo per diventare merce di scambio, ossia avente natura commerciale, perde la sua sacralità, cioè il fascino, l'incanto, l'essere inarrivabile, inaccessibile. L'artista, in condizione di estraneità, rimane svuotato nel suo essere e il suo messaggio si vanifica. In passato, l'arte era accessibile solo a pochi adepti, poi con l'arrivo della società capitalistica è diventata un fenomeno di cultura di massa. L'industria culturale è come tutte le altre, si muove sullo stesso principio: toglie la soggettività al consumatore per renderlo oggetto. Questo avviene precisamente anche nel settore artistico e l'autore Attilio Blanzuoli sottolinea il suo disappunto con eleganza e competenza. Il suo testo, "Viva Sgarbi", vuole essere un omaggio al celebre critico d'arte italiano Vittorio Sgarbi, e all'interno di esso, si punta l'attenzione sul crescente declino che man mano fa precipitare l'Italia e l'Europa sempre più in basso. Forse un secondo Rinascimento sarebbe auspicabile, potrebbe far risorgere e far rifiorire l'ingegno ed illuminare il pensiero, perché è chiaro che senza l'impegno, l'applicazione metodica e costante, l'artista non riesce a produrre, se non paccottiglia; l'arte vera, pura, per essere considerata tale, vuole la competenza, e la passione. Arte e passione è un binomio indissolubile, è la più alta espressione della creatività, accostarla all'idea di una possibile mercificazione sarebbe certamente sacrilego.
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