I love Mammy in Montecarlo. Come sopravvivere a una vita glitter
Una protagonista esilarante che fa sorridere ma anche riflettere: una donna in cui potersi identificare, e con la quale scoprire che a volte non è tutto oro ciò che luccica. A volte penso proprio che dovrei fare due chiacchiere col regista di «Sex and the City» e spiegargli veramente cosa significhi sentirsi come Carrie, fare una vita alla Charlotte dopo aver archiviato una durissima professione da Miranda, e magari essere obbligate, in quanto mamma, a mettere sotto chiave tutti i sogni da Samantha. Non è facile sopravvivere a una vita glitter. Perché, come giustamente ricorda il proverbio, se l'abito non fa il monaco e una rondine non fa primavera, una rondine monegasca sul giusto abito già può candidarsi a icona chic dell'universo modaiolo. Un universo in cui si muove disinvolta e sagace la protagonista del romanzo, Sylvie Labella, brillante mamma italiana dall'ironia tagliente e dalla simpatia travolgente. Tranne il fatto che, tacco dodici a parte (l'unico a essere perfettamente sincronizzato con «la Città dei Glitter»), Sylvie si sente un pesce fuor d'acqua. E così, tra avventure alla Sex and the City e ispirazioni in stile «Shopa-holic», dove non mancano di certo le gag divertenti e persino gli scontri con agguerrite nemiche, Sylvie e il suo amato bimbo Luchino ci portano per mano in una Montecarlo da sogno, la cui vita è apparentemente fatta di feste fiabesche, boutique principesche e... tanto fumo negli occhi, con poco arrosto di sincerità per chi volesse spiccare il volo verso altre mete. Uno sguardo sagace, ironico e divertente sulle diversità sociali e gli scontri culturali della modernità, anche se si tratta di relazionarsi con i vicini di casa di sempre, quando a dividere è una fitta catena alpina a volte invalicabile, come quella dei pregiudizi.
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