L' invasione delle ballerine
È la strada lo scenario di questi racconti, come vuole "Il copione". La strada e la città. Più che un libro di pagine scritte, una tavola graffiata con segni e colori. Talvolta come uno spartito musicale da suonare, da cantare. Si aprono scenari a non finire, nelle strade. Gli "attori" si presentano emergendo da "La folla". Non è soltanto il filo conduttore del racconto "Forse la luna", ma si potrebbe dire il filo di tutte le storie. C'è un centro riconoscibile, qua e là: è la donna, nei suoi quartieri esclusivi e nelle sue "Notti di luna", "Nel racconto 'Il libro'", non a caso il narratore incide le parole sul corpo di una donna, per dare a quelle un sapore oltre il tempo. E "L'invasione delle ballerine" non è altro che un sogno di leggerezza in un mondo che talvolta dimentica anche la sua storia. Un mondo di "Abitudini", dove anche la scienza trova a fatica il senso alle "Parole". Non basta "Il ritorno delle sirene in laguna" per risvegliare le menti e levare il torpore dalle città. Forse c'è bisogno del racconto, per poter vedere anche dietro le quinte del potere, per non illudersi che tutto accada in un'isola felice che ad inganno si proclama società del benessere.
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