Cronachetta infame dal giardino San Leonardo
I delitti consumati in via San Leonardo sono dei frammenti performativi che incarnano l’arte della sopravvivenza a ogni prezzo, un’arte che varia dall’ironico al grottesco, in un crescendo pulsante e dal fascino magnetico. È proprio nel geniale contrasto, forse solo apparente, fra la voce di Brugnoli e i fatti narrati che il romanzo trova il suo apice: la città raccontata è la Bologna dei giorni nostri, il Giardino di via San Leonardo è un famoso luogo di ritrovo per studenti (e non solo), le Moana, i Beppe e le Albina della sua storia esistono ancora e vivono quelle strade come se fossero padroni del mondo – e sotto molti aspetti, lo sono davvero. Gian Primo Brugnoli ha scelto di inventare una lingua per raccontare un mondo osceno ed esilarante, tragico e pulsante, il cui squallore prende vita sulla pagina grazie a una lingua virtuosa, evocativa e irriverente, che si eleva in vette altissime e si addentra al contempo nelle bassezze più crude di questa umanità gretta e marginale.