Foibe, la questione del confine nord-orientale
«Una persona nata nel 1971 che ha frequentato le scuole elementari, quelle medie e le superiori, la cui materia preferita da sempre è la storia, approfondita anche con letture extrascolastiche, sicuramente ritiene di essere abbastanza preparato sulla "storia in generale". Decide quindi di iscriversi all'università, indirizzo storico, inizia i corsi ed un giorno ad uno di questi sente pronunciare da un docente una parola nuova: foibe! "Ma senti questo, si inventa perfino dei neologismi durante le lezioni, pensa l'ignaro, ma il docente va avanti, non si tratta solo di un neologismo ma di un intero argomento di fantasia, "o non era un corso di storia vero questo?" Quell'ignaro ero io, fino ad allora non avevo mai sentito la parola Foibe. Possibile? Sì, possibile. E pensare che la mia maestra delle elementari era un'insegnate Straordinaria (la S maiuscola è voluta), e anche gli insegnanti avuti alle scuole medie e superiori non erano affatto male. E allora perché io non sapevo nulla? La questione meritava un approfondimento, ed è ciò che ho fatto. L'argomento indicato con il termine "foibe" va compreso partendo dal complesso e delicato sistema di relazioni esistente tra le diverse etnie che abitavano i territori della Venezia Giulia fin dal lontano '800, inaspritosi poi durante il ventennio fascista e culminato negli eccidi delle foibe e nella diaspora dei giuliano-dalmati. Ma questo non basta a spiegare perché quell'indotto studente non avesse mai sentito la parola foibe. Va perciò indagato il sistema di relazioni internazionali tra Stati determinatosi dopo la seconda guerra mondiale e analizzato il contesto politico della Repubblica italiana dalla sua nascita ai giorni nostri per dare una risposta ai tanti italiani che non solo non hanno, o non avevano, mai sentito la parola foibe, ma in alcuni casi ignorano pure l'esistenza dell'Istria (figuriamoci se sanno, o sapevano, che una volta era una regione d'Italia). Esagerato? Non credo, e se volete potete fare la prova del nove: chiedete al primo che passa se sa qual è il vero nome della città croata Rijeka; se vi risponderà Fiume allora chiudete pure questo libro, ma se non lo farà forse di seguito sono raccontate delle cose che potrebbero interessarvi. Pertanto, ligio alla regola del contrappasso, io che delle foibe non ne sapevo nulla mi appresto a raccontarne la storia.»