1969. La rivolta operaia. Cronache e documenti
1969: ora gli operai. Le tute blu, gli edili, i lavoratori delle grandi e piccole fabbriche, i braccianti, conquistano le piazze. Più salari, diritti in fabbrica, riforme nella società. L'autunno caldo. Nessuna improvvisa esplosione ma un percorso lungo. Il decennio operaio, aperto all'inizio degli anni Sessanta, tocca il suo culmine. Anno di confine. Grande tensione rinnovatrice nell'azione sindacale che si "politicizza" in un crescendo di lotte che rivendicano partecipazione, nuove condizioni di lavoro nelle fabbriche, nelle campagne. Una nuova qualità della vita. È l'anno degli aumenti uguali per tutti, delle 40 ore, del controllo sull'organizzazione del lavoro, delle trattative senza alcuna tregua sindacale. Anno degli studenti - anno operaio. Giovani studenti, giovani operai. Il tratto comune di un biennio eccezionale. Un ribollire di sperimentazioni, innovazioni. Mobilitazioni animate da speranze, che strappano conquiste. Anno di confine e di conquiste, ma non solo. Il 1969 segna anche la nascita dei gruppi della Nuova sinistra e della teoria degli opposti estremismi. E, soprattutto, è la data di inizio della Strategia della tensione: la bomba che alle 16,37 del 12 dicembre esplode a Milano, nella filiale di piazza Fontana della Banca Nazionale dell'Agricoltura, segna uno spartiacque nella vita politica del Paese.
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