MorfoUtopie

MorfoUtopie

Questa di Brunetto De Batté è un'Avanguardia che non si arrende e che dagli anni '60 a oggi rotola-rutilando, trascina tracimando, proietta-promuovendo, introietta-immagazzinando, espugna infine il territorio incerto dell'architettura contemporanea ricavandone lacerti di memorie, momenti di metafisiche incertezze. Almeno tre i motivi per ringraziare l'autore per queste MorfoUtopie: 1 - la persistenza nel credere nelle capacità taumaturgiche del disegno portato alle sue ultime conseguenze figurative, proprio oggi che sembra decretato a un declino nella scatola di un computer. 2 - perché nei suoi "teatri" che sfruttano al meglio l'inquadratura predisposta da Hans Vredeman De Vries, l'architettura si espone nei suoi protagonisti come una scena filmica, restituendoci una sua inedita storia, contemporanea e non contemporanea, ove lacerti di altre architetture si interrogano vicendevolmente. 3 - perché Homo Ludens è capace di giocare seriamente, nella logica di un Huizinga, indagando quella forma oltre la funzione dell'utile. Ecco allora sorgere concrezioni rocciose che si assimilano a edifici; architetture antropomorfe dove case con braccia e gambe ne tentano un nomadismo. In sostanza De Batté, novello Giulio Camillo inserisce nel suo Teatro Combinatorio, nel suo ingegnoso quanto diabolico meccanismo, o meglio ruota della fortuna, frutti della sua memoria, come queste MorfoUtopie, espellendo sempre e costantemente nuove forme dell'abitare. (Marcello Sèstito)
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