Secondo a chi? Trovare il proprio posto nel mondo, anche se non è il primo
Si può arrivare secondi ed essere felici? Sì. Si può arrivare secondi ed essere arrabbiati e invidiosi? Sì. Ma soprattutto si può arrivare secondi ed essere vincitori. Invece, di incoraggiarci a sovvertire le classifiche, ci hanno sempre venduto l’essere secondi come una vergogna. Ma le classifiche sono solo una fotografia del momento ed essere secondi è una condizione mutabile come l’essere primi. Secondo è spesso un uomo o una donna che sostiene il primo: il presidente e il vicepresidente, lo scrittore e l’editor, il leader e il suo braccio destro. Il numero 2 è colui o lei che è così forte da cedere il passo. Tanti campioni dello sport sono stati numeri due prima di salire sullo scalino più alto del podio per poi scendere di nuovo e retrocedere alla medaglia d’argento. Ma questo non fa di loro degli atleti meno bravi: Serena Williams, Gregorio Paltrinieri conoscono i sentimenti che animano un numero due, un misto di felicità per la vittoria e il rammarico per non aver fatto abbastanza, ma comunque sempre del proprio meglio.