Alessandro Paveri Fontana, lettere famigliari
Il volume porta all'attenzione dei lettori l'inedita raccolta epistolare allestita quasi in limine vitae dal marchese Alessandro Paveri Fontana (1603-1655). L'autore era stato uomo di corte dei duchi di Parma e di Piacenza. Coinvolto nella caduta in disgrazia del segretario di stato Giacomo Gaufrido e segnato nello stesso periodo da molte altre traversie, era stato poi costretto a un «volontario esilio» tra Roma e Bologna, tra il 1653 e il 1654, prima che un parziale ritorno in gratia principis gli consentisse il rientro in patria. La silloge si presenta con i caratteri formali tipici dei florilegi epistolari secenteschi, ma abbraccia un orizzonte tematico forse più vasto del consueto, anche in ragione della scarsa propensione dell'autore a sopprimere gli argomenti più scabrosi, che un letterato professionista avrebbe forse tenuto fuori dalla propria scelta. Ne emerge pertanto un quadro molto articolato dell'orizzonte mentale di un nobiluomo del XVII secolo, guidato da un lato da un forte sentimento religioso, ma anche sostenuto da un profondo senso della distinzione e da un'elastica morale, tale da concedergli ampia libertà di pensiero e di manovra per esempio in materia di provocato aborto, di monacazione forzata, di amore extraconiugale.
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