La Siria promessa
«Con un po' di fiction e tanta realtà la giornalista Hala Kodmani descrive la Siria e la stagione delle primavere arabe» - Francesca Caferri, RobinsonBonjourak Daddy, e se fosse davvero possibile? Ho digitato N-a-z per mandare una mail a Naziha, un'amica marocchina, ed eccoci qui... il computer mi propone in automatico il tuo indirizzo.È così che Hala Kodmani scopre che un dialogo con il padre da poco scomparso è ancora possibile, perché in un'epoca in cui la Rete unisce tutti, anche due diverse dimensioni della realtà riescono a connettersi. E in uno scambio immaginario di mail, la voce di lui risponde alle riflessioni di lei: da un lato la patria acquisita, la Francia, dall'altro quella perduta, una Siria che li ha delusi ma per cui non hanno mai smesso, in fondo, di provare nostalgia. Dopo l'esilio forzato negli anni Sessanta, il diplomatico Nazem impara ad amare, della Francia, i viali alberati, i colori, le boulangerie e le opportunità democratiche che può offrire. Mentre, della Siria, critica aspramente la deriva autoritaria degli Assad e rimpiange il periodo glorioso delle lotte per l'indipendenza, la rinascita araba e la fine dei colonialismi. Un risveglio rivoluzionario che, inaspettatamente, sembra ripetersi all'alba del 2011. È Hala, ora, a dare voce agli anni caldi della Primavera araba, quando al di là del Mediterraneo, di nuovo, si leva un grido di libertà. In Tunisia, Egitto e Siria dilagano le proteste. A cosa ha portato, oggi, l'entusiasmo di quella gioventù?