E Roma diventò Capitale. La trasformazione dell'Urbe tra Ottocento e Novecento
«Era il tempo in cui più torbida ferveva l'operosità dei distruttori e dei costruttori. Insieme con nuvoli di polvere si propagava una specie di follia edificatoria, con un turbine improvviso». Così Gabriele D'Annunzio descrive il fermento a Roma, divenuta Capitale del Regno d'Italia. Per rispondere al nuovo ruolo, in termini di funzionalità e anche di immagine, Roma si trasforma e "cresce", guardando alle grandi città europee. Si dimentica la vita da "borgo". Scompaiono i luoghi, anche nel centro, ancora battuti dai pastori con le greggi. Il Palazzo del Quirinale, prima residenza dei pontefici, diventa residenza ufficiale del re d'Italia. Tutto muta e il nuovo avanza. Il primo palazzo monumentale ad essere costruito secondo la nuova visione è il Ministero delle Finanze, con le sue circa duemila stanze. Il nuovo status porta rapidamente a un aumento della popolazione. Ciò composta più abitazioni. Cresce il ceto medio che, con le sue esigenze, detta di fatto anche un nuovo stile architettonico e una differente filosofia dell'abitare. Attraversando i decenni, il volume indaga la trasformazione di Roma in termini urbanistici, nella ridefinizione degli spazi e delle architetture, nonché in ambito sociale, con le nuove esigenze abitative ma non solo. Un'analisi approfondita e critica dei mutamenti di Roma, tra tesori perduti in nome della sua crescita e nuove costruzioni.
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