Bambini di carta. Schultz e l'immaginario dei Peanuts
Ogni individuo, per natura umana, sogna. Sognare significa immaginare modelli utili ad aiutare un soggetto a immedesimarsi in qualcosa che lo rappresenti. Ma come si fa a diffondere un immaginario comune a tutti, e qual è il soggetto della società sognatore per eccellenza? Il bambino, è ovvio, ed ecco perché diventa ancora più interessante trattare dei Peanuts di Charles Monroe Schulz. Le relazioni esistenti tra l'immaginario della società americana della seconda metà del Novecento e le caratteristiche dell'infanzia sono infatti molteplici e spesso spiazzanti per la loro evidenza. Questo saggio prende in esame il comportamento di una combriccola di bambini americani per scoprire le dinamiche della cultura occidentale: l'ingenuità infantile spiega molto più dell'uomo adulto perché il bambino è il detentore esplicito di un'attività onirica che lavora ancora a pieno ritmo. Nei Peanuts l'incanto di questo armonioso ritmo viene spezzato dalle loro nevrosi, lanciando un messaggio preoccupante: i bambini non rispondono più da bambini ma scimmiottano i problemi, le ambizioni e le mancanze di un uomo adulto estremamente individualista.
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