Le aviatrici
Grace O’Gorman, detta anche L’Asso del Volo, è un’aviatrice canadese, beniamina delle riviste patinate degli anni Trenta del secolo scorso, nell’epoca d’oro e pionieristica dell’aviazione. Splendida, sicura di sé, capace di imporsi in un mondo prepotentemente maschile, decide nell’agosto del 1933 di infrangere il record di durata in volo, che però detiene il marito, Jack Robson. “Perché vuoi batterlo a tutti i costi?”, le chiede il marito. “Perché so di poterlo fare”, risponde lei. Per venticinque giorni volerà in tondo su Toronto, insieme alla sua copilota, Willa Briggs, giovane, inesperta, insicura, con una grande passione per il volo, che incarna il desiderio di un luogo autentico per sé, lontano dalla terra, dove soffre un doloroso isolamento. E se nell’aria Grace e Willa affrontano tutte le complicazioni, e gli entusiasmi, di un volo di durata, a terra, un’adolescente, Maddy Stewart, figlia di un giostraio scozzese e di una chiaroveggente ebrea, è alle prese con la sua fascinazione per l’aviatrice Grace O’Gorman, ma anche con la spinosa questione della sua identità. Scopre, infatti, che l’essere ebrea le procura ostilità nella società canadese dell’epoca, dove imperversa il Club della Svastica, composta da giovani simpatizzanti del nazismo. In questo movimento costante tra il cielo e la terra, il romanzo di Helen Humphreys racconta lo sforzo delle sue protagoniste di trovare un luogo libero dove condurre la propria vita, dove essere sé stesse, superando i condizionamenti personali e sociali.