Qualcuno è vivo. Volevo essere Edward Bunker
Qualcuno è vivo non è solo una storia di banditi. Non c'è solo una batteria di malavitosi che mette su un'organizzazione criminale e va in giro a fare colpacci; non ci sono solo la logica mafiosa, i giorni di carcere, le sparatorie, il parassitismo sociale. C'è il racconto di un'amicizia intensa, un gruppo di ragazzini che diventano uomini insieme; c'è il loro desiderio di rivalsa sul destino ingombrante che li ha voluti figli del quartiere più periferico e desolato della capitale più bella del mondo; c'è un adolescente che, nell'inconsistenza di un sistema penitenziario che sappia rieducarlo al mondo, scopre la letteratura e se la porta dietro per tutta la vita; c'è un giovane uomo che, per trovare il coraggio di utilizzare un'arma e non crollare alla vista del sangue da lui versato, si costringe all'assunzione di droghe; e non solo lo fa, ma lo racconta mettendo in luce tutta la debolezza, la paura, l'umanità di un gesto del genere.