Il confine dell'inganno. Sergej Bortkoewicz
Vienna, Novembre 1945. Il compositore e pianista russo Sergej Eduardovich Bortkiewicz scrive al suo medico personale ed amico Hans Ankwicz von Kleehoven dal bagno della propria casa, dov'è rinchiuso da mesi e mesi senza ne luce ne acqua. Tutt'intorno a lui c'è solo devastazione, miseria, violenza e morte. In una parola, è la Guerra, la più spaventosa mai vista da un essere umano: la Seconda Guerra Mondiale. Scritto dall'autore volutamente in prima persona, sulla base delle sue frammentarie memorie autobiografiche, "Il confine dell'inganno" è un racconto che intreccia musica e sofferenza, perseveranza e privazione. Alfonso Soldano, dopo un'accurata ricerca di fonti originali, unita al recupero di alcune partiture rare o addirittura inedite, delinea la figura del musicista mettendo a fuoco gli aspetti più personali e intimi dell'esistenza di un artista indiscusso, di un uomo semplice e sensibile, invaghito di sogni spesso infranti da una cruda realtà.
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