I castigati. La Magliana a modo mio
Piccoli boss di periferia o moderni Robin Hood? Una Magliana diversa quella raccontata da Sergio Garrone dove lo sfondo sociale ha la prevalenza su quello criminale della famosa "Banda". Si tratta anche qui di malviventi, ma la ricerca di risposte ai dolorosi e controversi interrogativi, nati negli strati più sofferenti della popolazione, ha il sopravvento sul racconto dei reati. I giovani "castigatori" ricordano molto alcuni personaggi pasoliniani e i loro crimini sembrano improntati più a ristabilire una sorta di giustizia sociale che a raggiungere facili e rapidi guadagni. Non a caso il capo della banda è soprannominato "il giusto" che "castiga" chi ha commesso torti contro gli ingenui e i più deboli. Il romanzo, pur essendo i personaggi frutto di fantasia, racconta di storie vere e si basa su autentiche testimonianze: "Quando spiegai il mio progetto e il desiderio di dargli uno sfondo sociale, - racconta l'autore - il giovane di fronte a me sorrise e, infilata la mano sotto il tovagliolo, fece sparire rapidamente una pistola. Poi si rivolse ai suoi compagni e disse loro di mettersi a mia disposizione per tutte le informazioni che mi potevano essere utili".