Viaggio a terminazione
Viaggio a Terminazione inizia dalla fine e non finisce mai. La sua giovane protagonista, già morta, è pronta a lasciare il suo corpo. Inizia così un viaggio solitario nel quale si ritroverà a comporre un autoerotismo della mente tanto doloroso quanto ridicolo. Direzione: il nord più estremo. Motivo: penetrare «nel ventre dell'inverno più invernale di tutti». In questo viaggio sopra la vita, le capiterà di fermarsi a giocare con un elfo pericoloso ma divertente, di esplorare i cunicoli di una miniera d'oro abbandonata, di frequentare una locanda sperduta, di intrecciare una relazione con l'enigmatica Caecilia. Il flusso di coscienza della protagonista racconta storie. È un libro ricco e spiazzante, che procede per linee dirette, e il comico che include è tragico e assurdo. È romanzo ridicolo con naturalezza, bernhardiano. Forse soltanto una cosa in questo libro sembrerà sempre più chiara strada facendo: tutto ciò che fa ridere farebbe piangere se non facesse ridere. La sfida è a Calvino e alla sua lezione americana.
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