Giulio Oggioni. Il cammino pastorale della Chiesa di Bergamo 1977-1991
«Io devo scomparire perché in me appaia Cristo». Come già s'illumina di fede e di umiltà la figura del vescovo Oggioni, un animo si osa dire mistico e un agire fermo per «dare alla diocesi di Bergamo un volto di Chiesa conciliare». «Un vescovo tutto per Dio e tutto per il popolo», scrive mons. Carzaniga che da giovane sacerdote fu suo segretario. Un libro intenso, scritto a due mani. Insieme a Carzaniga, mons. Bellini, vicino al vescovo Oggioni come collaboratore in Curia. Sempre il soffio dello Spirito aleggia nelle parole del vescovo che, in corsivo, intercalano il testo degli autori rendendo la lettura più intensa e capace di condurre all'anima del Pastore, «banditore della carità cristiana» non solo con l'insegnamento ma con l'esempio. Un percorso lineare: docente di filosofia ai liceali di Venegono, Rettore dell'ISMI, Vescovo di Lodi poi a Bergamo, dal 1977 al 1991, con interventi che lasciarono il segno - come testimonia il card. Ruini - con la passione dell'apostolo e la capacità di andare all'essenziale, con l'attenzioni verso il Seminario e la Scuola di Teologia, la cultura e i mezzi di comunicazione, la famiglia, "chiesa domestica", e la quotidiana santità popolare. Nella parte quarta, il racconto per immagini. Sul retro di copertina il mosaico Sancta.
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