Non c'è niente da nascondere
La densità della scrittura e lo stile fanno di questo romanzo una sorta di romanzo testamento che nel raccontare una storia, racconta nel tempo dell'azione, il gusto di un'epoca. Le luci e le ombre che caratterizzano i personaggi lasciano intravedere sotto la superficie di una prosa scorrevole, una complessità di stati d'animo e motivazioni che coinvolgono il lettore, senza che intervengano giudizi morali sull'operato dei protagonisti della vicenda. In particolare interessante la figura del militare Herr Koster, che molto fa capire di quanto fosse difficile dividere i torti dalle ragioni nel tempo delle contraddizioni generate dai conflitti e dalle guerre. In definitiva una storia dove i sentimenti e la trama, raccontati senza indulgere al sentimentalismo, aprono una finestra su eventi drammatici narrati in prima persona, e dunque con la forza emozionale della presa diretta.
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