La vétta e di èter cuvlén-La vita e altre piccole cose
Eccellente aforista, l'avvocato del foro bolognese Mario Francia, in questa raccolta poetica non vuole che le sue massime appaiano soltanto spiritose; sceglie piuttosto d'approfondire un punto su cui l'opinione corrente risulta superficiale e va emendata. Nella silloge, distesa in lunghi anni, e attraverso questo genere letterario, definito nei secoli in termini di degnità e assioma, persino avvedimento, fino ai frantumi e alle schegge di novecentesca memoria con Papini e Saba, Francia ci mostra lo svolgersi di una storia pubblica e privata: poesie come scorciatoie di un intricato e intrigante percorso tracciano una scansione di memoria nella lingua 'matria', il bolognese. S'insedia, affiancandosi a Giorgio Ciampi per l'ironia ma anche per la sagace e malinconica consapevolezza, nella più pura tradizione poetica bolognese che, da Sandro Sermenghi a Stefano Rovinetti Brazzi, insegue l'umile dialetto, per secoli esclusivamente orale, al fine di conservare la dignità degli uomini che l'hanno parlato e di comunicarlo come lingua letteraria, del passato e del futuro.