Calcoli e fandonie
«Queste prose brevissime hanno l'aria di echi da un altro mondo, captati per caso da un radiotelescopio, che ci parlano di antimateria, eventi tra veglie e sonno, meriti delle civiltà delle macchine e segni ineffabili» - Vanni Santoni, la Lettura «La matematica, la geometria, l'algebra, le macchine eccetera sono state e sono per Sinisgalli una continua, lucida e insieme un po' febbrile metafora (...). In Calcoli e fandonie attraverso diciotto capitoli ripartiti in capoversi brevi e spesso brevissimi, con quel tipico genio sinisgalliano di fondere la precisione tecnica o paratecnica (le applicazioni, le distorsioni segnano i suoi punti più felici) e lo sfumato, lo scrittore costruisce una frammentaria e come distratta poetica, che è in fondo quella "poetica dei minimi", del "millesimo di millimetro", delle infinitesime percezioni slargate a norma fulminea dell'Essere e del Mondo.» (Giuliano Gramigna)
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