Il novantista
L'atmosfera che si respira già dalle prime battute, i rimandi al teatro dell'assurdo e a certa narrativa distopica nulla tolgono all'originalità di una narrazione che coinvolge il lettore in un turbine di ripetitivi gesti e sovrabbondanti parole, intrecciati ritmicamente con il lavoro ininterrotto della fabbrica, i rumori, i suoni, la luce e lo sfruttamento quasi incessante dei lavoratori. Personaggi-spesso solo voci- situazioni e dialoghi richiamano alla mente figure e vicende storiche del nostro recente passato, ma purtroppo ancora tristemente attuali. L'uomo-macchina si adatta, per forza di cose, a diventare egli stesso un ingranaggio della catena di montaggio, perdendo l'identità, la socialità, le sembianze, la voce. Nella fabbrica che offre lavoro precario a condizioni disumane, si lotta, ci si schiera, si viene accusati senza ragione, si muore. Poi tutto ricomincia, come se tutto ciò che era accaduto fino ad allora si fosse dissolto. In un nuovo inizio, già annunciato.