Itaca. L'isola dalla schiena di drago
Itaca: una dorsale che emerge bruscamente dal mare, una schiena di drago ricoperta di un verde fittissimo che giunge quasi a toccare l'acqua, e che vista dall'alto si allarga in due masse di terra, una parte nord e una sud, collegate da un istmo alto e scosceso; coste ovunque profondamente incise, piene di rientranze e penisole, scogli dalle forme fantasiose. L'autore intraprende un viaggio di esplorazione capillare (in realtà, più di un viaggio), perlustra ogni angolo, si ferma in ogni località, da Sud a Nord. Ma subito dopo aver mosso i primi passi sull'isola, inizia inevitabilmente a sollevarsi la polvere degli scrittori, esploratori e archeologi che lo hanno preceduto, in un cammino a ritroso sino all'origine: all'isola che emerge dalle pagine di Omero, dai nomi, dai dati storici, dalle presenze archeologiche, dalle leggende locali. Allora la narrazione del paesaggio, gli itinerari naturalistici, i quadri antropologici, gli incontri, fanno spazio nel libro a succose digressioni, al mistero della "questione omerica". Così, il periplo alla scoperta dell'isola, diventa anche una spedizione attraverso gli scritti di autori classici, l'incontro con una città bizantina scomparsa, le cartine dell'ammiragliato veneziano, i rapporti di archeologi-avventurieri d'inizio Ottocento, la scoperta ottocentesca del "tesoro di Itaca", i tasselli ultimi degli scavi del Novecento, e molto altro.
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