Infamia
Attraverso la storia dei due protagonisti, Ana Maria Machado indaga la sottile linea che separa la verità dalla menzogna, "volevo raccontare una cosa sola, l'infamia, l'essere calunniato, la diffamazione", mettendo impietosamente a nudo gli artifici con cui la società contemporanea e il mondo dell'informazione, sempre più spesso, travisano, censurano e mistificano il reale, manipolando le coscienze. Con il risultato che i fatti veri rimangono sepolti dalle tante versioni e interpretazioni, mentre si moltiplicano le menzogne e l'ignoranza. Capace di agire indipendentemente dalla classe sociale e dalla cultura delle sue vittime, la calunnia diviene così, nelle mani della scrittrice carioca, un efficace strumento d'analisi, una lente di ingrandimento per scrutare nell'animo umano, e non solo. La riflessione sull'infamia non si arresta infatti in questa opera alla sola lettura introspettiva dei protagonisti, ma si dilata, tanto da ripercorrere la recente storia brasiliana sulle tracce di altri casi di calunnia e di insabbiamento della verità, così da attribuire al tema anche una valenza storica e collettiva. Ne emerge un inedito ritratto del Brasile di oggi che, prossimo a ospitare i Mondiali e le Olimpiadi e tra i candidati per l'Expo 2020, non può più essere considerato solamente come il país do carnaval, dalle atmosfere esotiche e tropicali.
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