La signorina inutile
L'autrice tratteggia un ritratto amarissimo soprattutto dell'attuale contesto lavorativo, impregnato di cinismo, maschilismo e disprezzo. Il trait d'union tra la tragedia dell'olocausto e il male quotidiano che si insidia nelle relazioni tra il personale di un ufficio, che struttura i rapporti tra uomini e donne o tra autoctoni e stranieri è il fatto che qualcuno venga marchiato con il marchio infame di "soggetto inutile". In questo affresco disperato dell'attuale società, unico sollievo e consolazione è la solidarietà tra donne: donne fragili e forti che si proteggono a vicenda con un po' d'affetto. Dalla postfazione di Cécile Kyenge.
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