La pastiera filosofale
Sullo sfondo della domenica di Pasqua di un anno qualunque, dominata dai sapori tipici della capitale partenopea, quelli dolci della pastiera e quelli decisi del casatiello, attraverso le vicende della famiglia De Crescenzo si delinea la variopinta cultura napoletana. E Pasqua e la famiglia De Crescenzo si appresta, come ogni anno a onorare la festività in famiglia. Durante la colazione Geppino, il capofamiglia, forte del suo status tenta di rivendicare un flebile potere decisionale sul menù pasquale. Consapevole dell'atto kamikaze lascerà sconfitto il campo di battaglia alla moglie e alle figlie. La tavola imbandita diviene il palcoscenico da cui Geppino filosofeggia con amici e parenti sulle peculiarità culturali di Napoli, ripercorrendo rituali antichi e moderni sceneggiandoli come in una pièce teatrale. Ne deriva un ironico e irriverente sipario, che da un lato restituisce la filosofia e la morale di vita dei napoletani, e dall'altro si apre a considerazioni di carattere storico e sociale, un testo capace di trasmettere le emozioni e i sapori di una buona fetta di pastiera, con un ripieno di tradizione aromatizzato dallo spirito della città del popolo napoletano.