La meccanica dei gesti

La meccanica dei gesti

Gli addetti alla pulizia e manutenzione di una baia molto frequentata della costa adriatica trovano, in un mattino di luglio, una bambina rintanata nella cava che utilizzano come rimessa. Avrà 9 o 10 anni, non parla, è molto sporca e nessuno capisce come sia comparsa. A pochi chilometri di distanza, nel frattempo, il loro datore di lavoro cerca un modo per evitare il fallimento dell'impresa. Mirco, giovane di buona famiglia soffocato dalle aspettative altrui, Fausto, in perenne conflitto con il mondo, Lucio, lavoratore meticoloso e marito previdente, e Carlo, silenzioso e solitario, non possiedono le parole per rispondere alla domanda più semplice: cosa fare di quella bambina? Mentre nelle banche e nella mente del loro principale si gioca il destino dei quattro, la decisione di rendere al mondo esterno la bambina rimane sospesa, ostacolata dal desiderio di trattenerla nella cava in cui, per ragioni diverse, ognuno di loro sembra aver recluso la propria esistenza. Sarà il destino a incrociare le scelte dell'imprenditore a quelle dei suoi dipendenti, e a decidere per tutti. "Mito della caverna" contemporaneo e all'ombra di un monte che è da inscrivere, per la sua presenza scenica, tra i protagonisti del romanzo, i quattro spazzini si fanno simbolo di un'umanità contemporanea priva di punti di riferimento, le cui "storie di niente" possono trovare senso solo se affidate con coraggio alla parola dell'altro e se pronte ad accogliere lo spiraglio di luce rappresentato dall'arrivo della bambina.
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