Rivolta. Miti e pratiche dell'essere contro
Rivolta si distingue e si contrappone a rivoluzione in nome dell'inattualità e della sospensione del tempo storico. Nella rivolta si cristallizza l'accadere, si concentra l'istante della battaglia che tenta di distruggere i «demoni e i mostri», in una tensione manichea che coinvolge i rivoltosi nella parossistica coincidenza di teoria e prassi, nell'evocazione di un «dopodomani» di libertà e di armonia. La rivolta può inserirsi in una prospettiva strategica, ma non è coessenziale: primario è l'impulso a insorgere per insorgere. Non tutte le ribellioni comportano una vittoria, anzi spesso si concludono con la sconfitta. L'oggetto della rivolta cambia storicamente, non sembra mutare, invece, la sua simbologia, la diversa esperienza del tempo, l'energia catartica. Oggetto dei saggi raccolti in questo volume è, in una prospettiva jesiana, un tentativo di attraversare modalità e forme di insurrezione anche cronologicamente distanti, al fine di costruire una fenomenologia della rivolta, indagandone le costanti, le varianti, le conseguenze e gli effetti dirompenti sugli immaginari individuali e collettivi.
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