Il nomade poliglotta
Chi è un "nomade poliglotta"? E un uomo capace d'indignazione di fronte all'ingiustizia e di gelosia. E qualcuno che prova il sentimento innato della giusta condivisione. E un viaggiatore che beneficia dell'ospitalità e la offre. E un uomo sensibile alla reciprocità e sa che la giusta condivisione è vitale per tutti, e che la parte di terreno da pascolo di sua proprietà è giusta soltanto se lo è anche quella del suo vicino.... se possiede un briciolo di spirito filosofico, il nomade sarà sempre portato a pensare che il suo pascolo sarà giusto soltanto se lo sarà anche quello di tutti gli altri. Il nomadismo è l'autonomia, certo, ma è anche la reciprocità universale. Il nomade è dunque autonomo in quanto impone anche a se stesso il rispetto dei principi che permettono a tutti di conservarsi nella reciprocità che tesse la vita... è colui che si sente a casa in più territori, poiché ha appreso la lingua, gli usi, i costumi e la legge di coloro che gli permettono di far pascolare il suo gregge. E un artigiano di giustizia distributiva che, nella sua singola azione, si prefigge l'universale come orizzonte. E la figura par excellence dell'etica nella postmodernità.
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