2001: il complotto di Tirana
La vera storia di una delle più grandi e intelligenti truffe della storia dell'arte contemporanea. Nel 2001 viene sferrato un attacco capace di far traballare l'arte contemporanea. Un individuo misterioso si finge via web il fotografo Oliviero Toscani, sponsorizza a un noto giornale quattro artisti da lui inventati di sana pianta e dall'anonimato arriva a esporre alla Biennale d'arte di Tirana opere scomode, inopportune, persino offensive per la morale uno degli artisti inventati è un pedofilo, uno un pornografo, uno un islamico filo terrorista - ma stranamente profetiche dell'attentato che sarebbe avvenuto di lì a poco a New York. Il suo inganno viene smascherato troppo tardi, pochi giorni dopo l'11 settembre. Non si trattò però di terrorismo, né del complotto ordito da qualche organizzazione segreta: l'azione dei responsabili celati dietro la beffa si rivelò come pura e semplice opera d'arte. Una vendetta contro il sistema che li aveva esclusi come artisti. Uno dei nomi emerse infine dall'anonimato, quello di un artista ligure; in fuga per anni dalla legge, solo ora la sua storia sembra aver trovato un punto d'arrivo. Sopra a ogni altra cosa, il presente testo analizza la genesi della prima grande opera d'arte del nuovo millennio. Il Complotto di Tirana è stata la vera e propria Cappella Sistina dell'hacking, l'opera che meglio ha rappresentato l'idea di 'criminalità e fuga' promossa dalla Biennale di Tirana del settembre 2001.