L'invasione degli ultracorpi. Il volto tragicomico del razzismo

L'invasione degli ultracorpi. Il volto tragicomico del razzismo

Dalla matita di Stefano Scagni, convinto seguace di Vauro, una serie di dissacranti vignette per riflettere sull'eterno problema del razzismo dilagante in Italia. Il libro che i leghisti non vorrebbero mai mostrarvi! "Io non sono razzista, però..." è una delle frasi più ricorrenti di chi cerca ostinatamente una scusante a un'idea di civiltà non propriamente includente. Nato insieme all'uomo il fenomeno del razzismo attraversa i millenni, figlio della paura e dell'ignoranza ma anche di squallide logiche economiche e di potere. Dal mito della donna "perbene" in fatto di morale sessuale, concetto stranamente mai applicato all'uomo, a quello dell'omosessuale come essere deviato e contro natura, dal confronto col professante un'altra confessione, definito di volta in volta "eretico", "senza Dio", "infedele", "blasfemo" e così via, a quello con lo straniero visto come minaccia per l'occupazione e la casa. Tante tematiche, quasi sempre trasversali, del grande teatro umano dove va eternamente in scena una commedia dell'assurdo che comincia con l'insofferenza verso il vicino di casa e termina con lo sterminio pianificato di milioni di persone. La frase "Il riso uccide la paura" che il venerabile Jorge pronuncia nel finale de "Il nome della rosa" restituisce bene lo spirito di questa breve raccolta di scritti e vignette. Non è un libro.
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