Il caso K.
"Il caso K.", pubblicato per la prima volta nel 1997 dall'Istituto di Cultura Koestler di Parigi, meritò una delle cinque borse di studio messe in palio da quell'Istituto per onorare la memoria di Arthur Koestler nel cinquantasettesimo anniversario dell'uscita di "Darkness at Noon" (Buio a Mezzogiorno). L'autore, in un'atmosfera surreale ed onirica, intrecciando il ricordo ossessivo di dolorose vicende personali con la memoria di quelle del "reo confesso" Nikolaj Ivanovic Bukharin, alias ex-commissario Rubasciov (e di mille altre vittime delle purghe staliniane a cui si ispira il romanzo di Koestler), rende tutto l'orrore della macchina poliziesco-giudiziaria, quando essa riesce a strappare la confessione di colpe inesistenti, attraverso tortura fisica o solo psicologica. Il lirismo della narrazione, densa di richiami letterari, storici, filosofici, non può distogliere da una inevitabile riflessione sull'uso confessorio del carcere preventivo, ancora ampiamente e barbaramente praticato nel nostro Paese.
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