Paesaggi, città e monumenti di Salento e terra d'Otranto tra Otto e Novecento

Paesaggi, città e monumenti di Salento e terra d'Otranto tra Otto e Novecento

In questo volume vengono ripercorse, per la prima volta in maniera sistematica utilizzando fonti bibliografiche molte estese e documentazioni d'archivio inedite, le vicende culturali e amministrative che, tra XIX e XX secolo nella Provincia di Terra d'Otranto-Salento poi suddivisa in quelle di Lecce, Taranto e Brindisi, portarono alla individuazione di un rilevante Patrimonio paesaggistico e monumentale, grazie all'opera di Viaggiatori anche stranieri, di Funzionari, di Studiosi, di Eruditi salentini e italiani; ciò avvenne infatti nell'ambito di una volontà nazionale, oltre che locale, che puntava, attraverso la "Direzione delle Antichità e Belle Arti" del Ministero della Pubblica Istruzione e attraverso i suoi Enti periferici, a valorizzare e a tutelare l'identità storico-monumentale delle antiche "Piccole Patrie" locali unificate ora nella "Grande Patria" italiana. Così, Membri della "Commissione Conservativa dei Monumenti di Terra d'Otranto", "Ispettori agli Scavi e Monumenti", Funzionari di Soprintendenza, Ispettori ministeriali, Studiosi, Eruditi, semplici Viaggiatori colti (questi ultimi, in verità, già a partire dal XVIII secolo) e anche Letterati (si pensi al celeberrimo "The Castle of Otranto" di Horace Walpole del 1764 e alla sua fama europea), con le loro varie segnalazioni indicarono un Corpus monumentale salentino - fatto di edifici e resti antichi oltre che del singolare carattere dei vari Paesaggi - in una stretta relazione virtuosa tra Letteratura, Odeporica, Guidistica (nelle Guide "Murray", "Baedeker", "Joanne-Hachette", "Meyers", "Treves") e Conoscenza scientifica per giungere, infine, alla Tutela amministrativa (e l'impegno fu di Alfonso Avena, Émile Bertaux, Giacomo Boni, Martin Briggs, Giovan Battista Cavalcaselle, Angelo Conti, Benedetto Croce, Gabriele D'Annunzio, Michel-Charles Diehl, Ferdinand Gregorovius, Fran9ois Lenormant, Corrado Ricci, Mario Salmi, Heirich Wilhelm Schulz, Charles Yriarte ...). Si trattò di un processo lungo e complesso iniziato già nel XVIII secolo, ma che, tra il 1860 (anno in cui il Salento entrò a far parte del Regno d'Italia) e il 1922 (anno dell'uscita del più ponderato "Elenco dei Monumenti salentini" di Pietro Marti, ma anche della morte di Cosimo De Giorgi, lo Studioso che più di tutti si era impegnato in un tale riconoscimento), vide l'individuazione - pur tra polemiche, dibattiti e difficoltà di ordine sia culturale sia burocratico - di quel Patrimonio ora non più soggetto alla sola «buona volontà» delle menti più sensibili, ma divenuto, finalmente, "Patrimonio comune" sotto la Tutela dello Stato unitario.
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