La S.I.P.E. di Gallicano. La Società italiana prodotti esplodenti tra la nascita, la tragedia del 1953 e la chiusura
"La violenza dell'esplosione è stata tale che il letto del Serchio, in prossimità della sponda destra, lo abbiamo visto disseminato di grossi pezzi di macchine e di mobili. Altre cose sono rimaste in bilico sui fili dell'alta tensione che attraversano il fiume. Centinaia e centinaia di vetri di Gallicano sono andati in frantumi, pezzi di gronda sono saltati via. I capannoni nelle immediate vicinanze dello stabilimento sono stati sconvolti come dalla furia di un uragano. Grossi alberi vedemmo fin sul margine della via. L'esplosione è stata sentita fino a Barga e a Castelnuovo Garfagnana; e pareva fosse lì. Qualche casa ha tremato. Uno strano fenomeno è stato visto, anche da molta distanza, subito dopo le esplosioni: una colonna di fumo nero, densissimo, si è alzata dal monte della catastrofe ed ha raggiunto, per quel che può valere il calcolo di giudici non proprio in stato di grande serenità, una quota di oltre cinquecento metri, slargandosi poi, in cima, a ombrello: come le bombe atomiche che conosciamo in fotografia".
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