La luna racconta
Mi chiamavano "donnaluna", forse solo questo può essere il mio nome; come l'acqua, sfugge da me il sapere, la veggenza, il ricordo, la fantasia; non è una donna - mi dicono - è una fonte, un fiume senza argini, senza foce. Raccolti in me, ho il buio e la luce e il suono che si espande e il silenzio. Sempre mi nasce il sogno e la veglia e vedo ogni cosa senza servirmi dello sguardo: è la visione che mi abita e mi guida e mi svegli e mi addormenta. Vedo la luna bianca e la luna nera, sono la luna; la mia luce non brilla, è quieta, né attiva, né passiva, ma sempre cangiante. La mia luce è inafferrabile, è inestinguibile, come l'anima, come la poesia, come la mistica. Io vedo lontano nello spazio e nel tempo: i deserti, le valli, le origini, il futuro.
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