Conoscevo un angelo
Fermatevi e datele ascolto. La strada inizierà a raccontarvi le storie della "sua" gente: imprevedibili e bizzarre, piene di curve e scritte sotto dettatura del caso. Come quella di Howard Johnson, figlio di piazzisti che girano l'America su una casa mobile. Lui che sulla strada è stato concepito ed è cresciuto, ha studiato e giocato, ha amato ed è invecchiato, di storie così ne conosce mille. Narrano di creature senza radici per scelta, per necessità o per amore della libertà: come Johnatan, l'angelo che spazza le vie di Woodstock lasciando dietro di sé profumo di sciroppo d'acero; oppure Abe, pescatore di granchi che conserva i ricordi in una scatola di biscotti; o ancora Candice e Marilou, estetiste lesbiche itineranti su una roulotte rosa. Ci sono anche Margie, cameriera dagli occhi bellissimi, ma velati da un segreto duro da rivelare; il carpentiere Joshua e il suo basset hound Generale Lee; o Jack e Pat, stagionati cantanti costretti ad andare in scena ogni sera con le giacche cariche di lustrini e un dramma in fondo al cuore. E altre storie ancora. Storie che Howard ama raccontare. Ascoltatelo.