Azione e imputazione in Hegel alla luce dell'interpretazione di Karl Ludwig Michelet
La filosofia del diritto di G.W.F. Hegel rappresenta, sia nella versione enciclopedica sia nel compendio apparso a Berlino nel 1820, il luogo teorico in cui è esposta la filosofia pratica hegeliana, un terreno, non privo di ostacoli, in cui si intrecciano questioni di diritto, di morale e di politica. Dedicandosi alla teoria hegeliana dell'azione e dell'imputazione, che negli ultimi trent'anni ha assunto un ruolo preminente tra i temi dibattuti dalla Hegel-Forschung, il volume qui pubblicato chiarisce il significato di passi e concetti problematici, nonché di frammentarie annotazioni apposte da Hegel a margine del suo esemplare dei "Lineamenti di filosofia del diritto": a questo scopo l'autrice si serve non solo delle tradizionali fonti secondarie, come aggiunte e appunti degli studenti relativi alle "Lezioni di filosofia del diritto", tenutesi ad Heidelberg e a Berlino dal 1817 al 1931, ma, in particolare, presenta le riflessioni dell'allievo di Hegel, Karl Ludwig Michelet, il quale sviluppò, su consiglio del maestro, il tema dell'imputazione dell'azione, attuando una trasposizione delle categorie hegeliane in ambito giuridico, recuperando inoltre e facendo fruttare i concetti aristotelici di volontarietà e involontarietà. Tale originale passo esegetico consente di inserire le riflessioni hegeliane all'interno del dibattito giuridico-morale dell'epoca sul tema, offrendo una reinterpretazione di annotazioni e di passi della filosofia dell'azione hegeliana rimasti finora per lo più oscuri.
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