«Non è vero ma ci credo». Osservazioni storico antropologiche sulle superstizioni
Potrà parere solo una ricerca di ghiotti modi di dire tradizionali e di credenze popolari, non è solo così. Chi va oltre la scorsa delle apparenze viene largamente compensato. Nonostante il progressivo sviluppo tecnologico, le statistiche continuano a confermare l'aumento piuttosto che la diminuzione di coloro che subiscono il fascino della divinazione, della magia, della superstizione. Alla base c'è la curiosità propria dell'uomo e la grande insicurezza rispetto all'ignoto. Si va dalle forme più leggere, molto vicine al gioco e allo scherzo, fino a vere e proprie manie, morbose superstizioni, deleteri pregiudizi, credulità e dabbenaggine difficili da debellare. Questa raccolta intende soddisfare alcune curiosità e rappresentare lo spunto per sorridere alla scoperta di aspetti divertenti nel campo della superstizione, invitando ad evitare ciarlatani, fattucchiere e cartomanti che, spesso in cambio di molto denaro, promettono di allontanare la sfortuna e realizzare un desiderio o una minaccia. Lo si può fare da soli, con il sorriso, gettando un pizzico di sale dietro la propria schiena per esorcizzare la caduta dell'olio, oppure infilarsi un indumento al rovescio per propiziare la buona sorte. Prefazione di Franco Ferrarotti.
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