Leopardi e la musica
"Un tema fino ad oggi sfiorato solo di rado e in modo aneddotico". Così commentava Umberto Carpi la prima edizione di questo volume che indaga la sorprendente ricchezza di riflessioni leopardiane contenute soprattutto nello "Zibaldone" e in alcuni celebri versi. Il volto del poeta ne esce talvolta diverso e inatteso, ben inquadrato nell'ambito del dibattito europeo sul "bello ideale" con punte di autentica originalità come l'idea di progresso nella musica quale "frutto della trasgressione". "Ogni assoluta novità in fatto di musica contiene e quasi consiste in un'apparente stonazione". L'autore si sofferma poi sul quadro familiare del poeta con particolare attenzione per il padre Monaldo, che del teatro di Recanati fu convinto sostenitore, e per il fratello Luigi, flautista. Come per le altre arti, "l'assuefazione" - sostiene Leopardi - è la morte della musica.
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