Le ragioni del reddito di esistenza universale
Il reddito di esistenza universale, liberando l'individuo dal ricatto della povertà e riconoscendo la dignità della persona al di fuori dal mercato, costituisce uno strumento di emancipazione degli individui, ponendoli nella condizione di poter decidere e progettare la propria esistenza. Lungi dunque dal poterlo considerare come una sorta di ammortizzatore sociale (come alcuni ritengono), esso costituisce piuttosto uno strumento che favorisce la possibilità di opporsi a un ordine sociale fondato sulla "razionalità" del mercato. Permette di riformulare lo stato sociale non più secondo la centralità del lavoro, considerato come l'unica, prevalente o normale condizione di vita su cui ancora si fondano le misure di welfare rivolte agli individui. Nella battaglia per il reddito di esistenza Pisani individua inoltre una sorta di grimaldello con il quale scardinare alcune categorie della moderna teoria sociale del diritto, per aprirla a una dialettica del riconoscimento che assuma il diritto come continuamente esposto ai rapporti sociali. Ma in che modo e con quali strumenti la politica e la pratica del diritto possono contrastare la logica economica e assumere i bisogni degli individui reali dando loro cittadinanza nella progettazione di una nuova società? Prefazione di Luigi Pannarale.
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