Macchine desideranti. Capitalismo e schizofrenia
Al suo apparire in Francia nel 1972, "L'anti-Edipo" suscitò un dibattito vivacissimo, che ben presto ebbe un'ampia risonanza anche in Italia, ma non solo. I suoi autori partivano da una critica alla psicoanalisi, accusata di prevaricazione autoritaria in difesa del capitalismo, ma non risparmiavano energiche bordate polemiche anche al freudo-marxismo, al lacanismo e ad alcune tendenze della cosiddetta antipsichiatria. Tuttavia, proprio per il tipo di impianto critico, il libro eccede di gran lunga l'ambito settoriale del discorso e della pratica psicoanalitica, come testimoniano ampiamente anche gli interventi e le conversazioni presentate in questo volume. Qui, senza sottrarsi alle critiche di studiosi e professionisti di diversi ambiti disciplinari (dalla psicoanalisi all'antropologia, dalla storiografia alla filosofia), Deleuze e Guattari si soffermano sui temi più significativi e dirompenti del loro primo lavoro in comune. Si tratta, in sostanza, di materiali che non solo accompagnano il libro (illuminandone struttura e finalità) ma ne approfondiscono anche alcuni snodi tematici e concettuali, tracciando ulteriori direzioni della ricerca, che in Mille piani, il secondo volume del loro lavoro su "Capitalismo e schizofrenia", avrà uno degli esiti più straordinari, sia sul piano filosofico che politico. Il volume raccoglie inoltre i "commenti" che il sociologo Donzelot e il filosofo Lyotard scrissero su "L'anti-Edipo".
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