Fienagione
Oltre la descrittività di bozzetti campestri, che pure sono di pregevole fattura, in quest'opera dal titolo emblematico prorompe un linguaggio metaforico che, nel più consueto stile simbolista, si avvale di analogie e corrispondenze che infrangono il ristretto ambito semantico delle parole, sino a espanderle ai limiti della possibilità e dell'intuizione: nell'innata predisposizione di Prandini a scorgere negli oggetti della quotidianità imprevedibili destinazioni d'uso, va individuata la sua capacità di scorgere al di là del visibile. Ancora una volta è il caso di sottolineare che nella poesia "bucolica" di Prandini ciò che più balza all'occhio è il costante riecheggiare di una atavica religiosità del mondo che attiene ad un gusto "classico" che molto bene Shiller ha denominato "spontaneo".
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